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Toxoplasmosi nel gatto: interpretazione dei titoli sierologici
Testo: Dott. Tommaso Furlanello, Dr Med Vet, PhD, ECVCP Dip

Ciclo biologico
La toxoplasmosi è la più comune infezione protozoaria degli animali a sangue caldo. Nel gatto si completa la fase sessuale nel tratto gastroenterico, con emissione con le feci di oocisti. La produzione di oocisti persiste per circa 20 gg., con un picco dopo 2-5 gg. dall’inizio della disseminazione. Il ciclo  enterico avviene una singola volta nella vita di un gatto, ad eccezione di particolari stati di immunosoppressione e in condizioni sperimentali, ove può verificarsi una seconda fase di disseminazione enterica.
All’interno delle oocisti presenti nell’ambiente, in adeguate condizioni di ossigeno, temperatura ed umidità, si sviluppano, in 1-5 gg., gli sporozoiti.
Gli sporozoiti, se ingeriti, penetrano attraverso le cellule intestinali del gatto o degli altri ospiti intermedi e si disseminano sotto forma di tachizoiti per via ematica o linfatica.
Inizia a questo punto, in tutti gli animali, una riproduzione asessuata che il sistema immunitario tende progressivamente ad inibire, con la formazione di pseudocisti, che contengono una nuova forma del protozoo chiamata bradizoita, destinata a permanere all’interno della cisti per periodi lunghissimi.
Le pseudocisti si formano in qualsiasi tessuto, ma i tessuti maggiormente coinvolti sono il sistema nervoso centrale, i muscoli e altri organi viscerali.

Forme cliniche
La toxoplasmosi, intesa come infezione cronica asintomatica, è estremamente diffusa negli animali da compagnia. Le forme cliniche sono molto rare nel gatto e rarissime nel cane.

In generale si possono distinguere:

  • (solo gatto) diarrea associata alla forma enteroepiteliale/sessuata
  • infezioni acute,con replicazione dei tachizoiti in vari tessuti, tra i quali prevalgono polmoni e fegato
  • Infezioni croniche latenti, nelle quali un deficit dell’immunita’ cellulare permette una replicazione dei tachizoiti, con encefaliti e retinocorioiditi

Le forme più gravi e spesso mortali sono quelle degli animali giovani nelle quali sono dovute ad una trasmissione transplacentare.
Le manifestazioni cliniche nel gatto comprendono: uveite, lesioni cutanee, febbre, iperestesia muscolare, miocarditi, perdita di peso, anoressia, convulsioni, atassia, ittero, diarrrea e pancreatite.
Le manifestazioni cliniche nel cane comprendono prevalentemente segni sistemici associati ad infezioni respiratorie, gastroenteriche o neuromuscolari, quali febbre, vomito, diarrea, dispnea ed ittero.

Diagnosi
Gli studi diagnostici sono solitamente realizzati per:

  • indagare stati di malattia (generalmente di natura oftalmologica, neurologica o muscolare)
  • su richiesta dei proprietari per indagare la pericolosità di un gatto in presenza di una gravidanza in donna sieronegativa per Toxoplasma e di conseguenza in una condizione di rischio. Indagini di questo genere sono molto discutibili, perché è rarissima la trasmissione all’interno di un ambito familiare, dal gatto alla donna gravida, perché l’ambiente casalingo solitamente non permette la “maturazione” delle oocisti nella forma infettante. Convivere con un gatto NON è un fattore di rischio per lo sviluppo della toxoplasmosi congenita.

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